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Informativa fossa cranica posteriore

 


Le patologie della fossa cranica posteriore


Malgrado il miglioramento delle tecniche diagnostiche degli ultimi anni, lo studio delle strutture anatomiche della fossa cranica posteriore fetale resta di difficile approccio; questo anche a causa di una notevole eterogeneità nei risultati della letteratura scientifica sia pre che post-natale.
Iniziamo con il definire le basi anatomiche di tali patologie usando, di volta in volta, una terminologia adeguata. A proposito del verme cerebellare abbiamo:
- agenesia: è l’assenza completa o parziale di una struttura anatomica. Nel caso in oggetto, parlando del verme cerebellare, l’agenesia parziale riguarda quasi sempre la porzione postero-inferiore del verme in quanto lo sviluppo embriologico della struttura avviene in senso cranio-caudale
- ipoplasia: è la riduzione biometrica di una struttura che però è completa dal punto di vista anatomico; per esempio l’ipoplasia cerebellare viene evidenziata mediante una riduzione del diametro traverso del cervelletto che da un punto di vista morfologico è il più delle volte normale. Anche per quanto riguarda l’ipoplasia del verme cerebellare il discorso è molto complesso in quanto può essere isolata, ma spesso è associata ad ipoplasia di strutture non evidenziabili con lo studio ecografico fetale: tale gruppo eterogeneo di patologie è conosciuto con il termine di “ipoplasia ponto-cerebellare”
A complicare ulteriormente l’approccio allo studio di tali anomalie vi è il fatto che, dal punto di vista embriologico, lo sviluppo del verme cerebellare inizia nelle prime settimane, è sicuramente incompleta sino alle 18-19 settimane di gestazione e continua sino ai 18 mesi di vita post-natale.

Andiamo per ordine e cerchiamo di classificare tali anomalie:
- malformazione di Dandy-Walker: è un’entità anatomica ben definita caratterizzata da una agenesia spesso severa del verme cerebellare che è anche ruotato verso l’alto come il tentorio con il risultato di una “cisti” in fossa cranica posteriore
- variante Dandy-Walker (anche se tale definizione di “variante” è abbandonata dalla maggior parte degli autori): si tratta di un gruppo eterogeneo di malattie con una agenesia del verme molto meno severa rispetto alla Dandy-Walker che coinvolge il tratto inferiore dello stesso verme, ovvero una ipoplasia, una lieve rotazione verso l’alto del verme e del tentorio, una cisterna magna che non appare “cistica” ma con una comunicazione, nella parte inferiore, con il IV ventricolo; in tale gruppo rientrano sindromi come la Joubert, la Walker-Warburg, la CHARGE, le cromosomopatie come le trisomie 13 e 18, lesioni acquisite su base infettiva o vascolare. Si intuisce come definire in maniera univoca tale gruppo di anomalie sia praticamente impossibile così come è estremamente difficile emettere un giudizio prognostico su anomalie di diversa natura ed entità
- Romboencefalosinapsi : si tratta della “apparente fusione” dei due emisferi cerebbellari con mancata visualizzazione del verme che è piccolissimo. E’ una anomalia molto difficile da evidenziare. In tale malformazione talvolta si osservano anomalie associate quali reni policistici, torace stretto, polidattilia, ecc.
Recentemente l’ausilio della risonanza magnetica in utero ha contribuito a definire in maniera più chiara le anomalie in oggetto e spesso ne ha descritto le caratteristiche non altrimenti evidenziabili con l’ecografia.
Come per la stragrande maggioranza delle strutture fetali, esistono i nomogrammi relativi alle biometrie delle strutture anatomiche in oggetto, in primis del verme cerebellare.
In realtà la biometria di maggiore interesse nella diagnosi delle patologie del verme è rappresentato dal diametro antero-posteriore che purtroppo è eseguibile solo nelle sezioni sagittali, sezioni difficilmente ottenibile mediante l’ecografia routinaria




 
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